Zero Knowledge Proof: come funziona la crittografia che dimostra senza rivelare

Zero Knowledge Proof: come funziona la crittografia che dimostra senza rivelare

Guida completa alle Zero Knowledge Proof: principi matematici, applicazioni in blockchain e Web3, differenze tra zk-SNARK e zk-STARK, vantaggi, limiti e casi d’uso reali

Nel mondo della crittografia e della blockchain, una delle innovazioni più eleganti e rivoluzionarie degli ultimi anni si chiama Zero Knowledge Proof — in italiano, prova a conoscenza zero.
È una tecnologia che, come suggerisce il nome, permette di dimostrare che un’informazione è vera senza rivelare l’informazione stessa.
Può sembrare un paradosso, ma è uno dei concetti più potenti della matematica moderna: grazie a complessi algoritmi crittografici, oggi è possibile confermare l’autenticità di un’operazione o di un dato senza mostrarlo pubblicamente.
È come riuscire a dimostrare di conoscere la password di un sistema senza mai digitarla davanti a nessuno.

🔐 Un’idea semplice, ma dalle implicazioni enormi: privacy, sicurezza e verificabilità possono coesistere per la prima volta.

Le Zero Knowledge Proof (ZKP) sono nate negli anni ’80 come concetto teorico, ma solo con l’avvento della blockchain e della potenza di calcolo moderna sono diventate applicabili su larga scala.
Oggi, infatti, rappresentano il motore invisibile dietro alcune delle tecnologie più innovative del Web3:

  • i Layer 2 come ZKsync e Polygon zkEVM,
  • le blockchain orientate alla privacy come Zcash,
  • e i protocolli che rendono scalabili reti globali come Ethereum.

Grazie alle prove a conoscenza zero, la blockchain può finalmente essere più veloce, sicura e rispettosa della privacy, senza sacrificare la trasparenza.
E non si tratta solo di finanza decentralizzata: le ZKP stanno trovando applicazioni anche in autenticazione digitale, identità decentralizzate (DID), IoT, AI on-chain e perfino votazioni elettroniche.

💡 In sintesi: le Zero Knowledge Proof sono la chiave che unisce fiducia matematica e riservatezza digitale, il passo successivo verso un Web3 sicuro e realmente “trustless”.

In questa MiniGuida scopriremo:

  • cos’è una ZKP e come funziona,
  • la differenza tra zk-SNARK e zk-STARK,
  • le principali applicazioni in ambito blockchain,
  • i vantaggi, i limiti e i progetti che già le utilizzano,
  • e perché questa tecnologia sarà cruciale per il futuro della privacy online.

Indice

  1. Cos’è una Zero Knowledge Proof
  2. Principi matematici e logica crittografica
  3. Tipologie di Zero Knowledge Proof: zk-SNARK vs zk-STARK
  4. Come funziona una ZKP nella pratica
  5. Applicazioni nelle blockchain e nel Web3
  6. Vantaggi e limitazioni delle ZKP
  7. Progetti e protocolli che usano Zero Knowledge Proof
  8. Zero Knowledge Proof e il futuro della privacy digitale
  9. FAQ rapide sulle Zero Knowledge Proof

Cos’è una Zero Knowledge Proof

Immagina di voler dimostrare a qualcuno che conosci una certa informazione — una password, un numero segreto o il percorso giusto in un labirinto — senza rivelare quella informazione.
È esattamente ciò che fanno le Zero Knowledge Proof (ZKP): prove crittografiche che consentono di verificare la veridicità di un’affermazione senza svelare i dati sottostanti.

Il concetto nasce da un problema classico della sicurezza informatica:

Come posso dimostrare che sto dicendo la verità, se non voglio o non posso mostrare i miei dati?

Con le ZKP, la risposta è “tramite la matematica”.

La logica dietro una ZKP

Una Zero Knowledge Proof si basa su tre elementi fondamentali:

  1. Prover → è la parte che deve dimostrare di sapere qualcosa (es. un segreto).
  2. Verifier → è la parte che deve essere convinta che l’affermazione sia vera.
  3. Proof → è la prova crittografica generata, che convince il verificatore senza rivelare nulla.

In termini semplici:

  • Il prover mostra al verifier una prova matematica costruita su un’informazione segreta.
  • Il verifier controlla che la prova sia coerente con le regole stabilite.
  • Se la prova rispetta tutti i vincoli, la dichiarazione è considerata vera — anche se il segreto non è mai stato rivelato.

Un esempio intuitivo: il “Labirinto di Peggy e Victor”

Un modo classico per spiegare le Zero Knowledge Proof è il labirinto di Peggy e Victor, un esperimento mentale ideato dai ricercatori Shafi Goldwasser, Silvio Micali e Charles Rackoff (gli inventori del concetto).

  • Peggy (la prover) conosce la password per aprire una porta segreta in un labirinto.
  • Victor (il verifier) vuole essere sicuro che Peggy conosca davvero la password, ma Peggy non vuole rivelarla.

Victor rimane fuori dal labirinto, mentre Peggy entra scegliendo uno dei due percorsi: A o B.
Victor chiede a caso da quale uscita Peggy deve tornare.
Se Peggy conosce la password, può passare da A a B o viceversa aprendo la porta segreta; se non la conosce, ha il 50% di possibilità di indovinare.

Ripetendo l’esperimento più volte, la probabilità di bluff scende quasi a zero — e Victor può essere matematicamente certo che Peggy conosce la password, pur non avendola mai saputa.

Questo è il cuore delle ZKP: dimostrare la verità senza esporre i dati.

Le origini del concetto

Le Zero Knowledge Proof furono definite nel 1985 da tre ricercatori del MIT — Goldwasser, Micali e Rackoff — che ricevettero poi il Turing Award per i loro studi.
All’epoca era un’idea puramente teorica: un modello matematico di fiducia senza esposizione di informazioni.

Solo con la nascita della blockchain e delle curve ellittiche crittografiche, però, le ZKP sono diventate tecnologicamente applicabili.
Oggi, progetti come Zcash, Polygon zkEVM e ZKsync le utilizzano ogni giorno per garantire privacy, scalabilità e sicurezza.

Come si inseriscono nella blockchain

Nel contesto blockchain, le Zero Knowledge Proof risolvono due problemi enormi:

  1. Scalabilità – consentono di validare migliaia di transazioni con un’unica prova matematica.
  2. Privacy – permettono di verificare un’operazione (come un pagamento) senza rivelarne importo o mittente.

Esempio pratico:

  • Su Ethereum, ogni transazione deve essere verificata da tutti i nodi → costosa e lenta.
  • Su una rete come ZKsync, migliaia di transazioni vengono riassunte in una sola prova crittografica (ZK-SNARK) → veloce, economico e verificabile.

Le proprietà fondamentali di una Zero Knowledge Proof

Una ZKP deve rispettare tre proprietà matematiche essenziali:

ProprietàDescrizione
CompletezzaSe l’affermazione è vera, il verifier accetta la prova con alta probabilità.
Solidità (Soundness)Se l’affermazione è falsa, nessun prover disonesto può ingannare il verifier.
Zero KnowledgeNessuna informazione segreta viene rivelata nel processo.

In sintesi: una ZKP è completa, solida e discreta.

Perché sono così importanti

Le Zero Knowledge Proof cambiano radicalmente il modo in cui costruiamo fiducia digitale.
In un mondo dove la privacy è spesso sacrificata per la sicurezza, le ZKP permettono di avere entrambe.

Grazie a esse, è possibile:

  • verificare identità o credenziali senza rivelarle (es. login anonimi o votazioni eID);
  • ridurre il carico di rete sulle blockchain pubbliche;
  • garantire la trasparenza delle dApp senza sacrificare la riservatezza dei dati;
  • costruire sistemi trustless realmente verificabili e indipendenti da intermediari.

🧭 In breve: le ZKP non sono solo un progresso crittografico, ma una nuova infrastruttura di fiducia digitale per tutto il Web3.

Principi matematici e logica crittografica

Le Zero Knowledge Proof (ZKP) si basano su un concetto tanto semplice quanto potente:

È possibile dimostrare la validità di un’informazione senza rivelarla, grazie alla matematica.

Per riuscirci, le ZKP utilizzano teoria dei numeri, funzioni a senso unico, curve ellittiche e algoritmi probabilistici.
Vediamo come tutto questo funziona dietro le quinte.

Il principio delle funzioni a senso unico

Le ZKP sfruttano una proprietà tipica della crittografia moderna: le funzioni a senso unico.
Si tratta di operazioni matematiche facili da eseguire in un verso, ma quasi impossibili da invertire senza conoscere una chiave segreta.

Esempio:

  • Moltiplicare due numeri primi è semplice (es. 53 × 61 = 3233).
  • Trovare i due numeri partendo da 3233 è invece computazionalmente difficile.

Questa asimmetria è alla base di molti sistemi crittografici, tra cui RSA, SHA e le curve ellittiche (ECC).
Le ZKP si appoggiano a questi stessi principi per creare prove che dimostrano una verità senza rivelare il dato segreto.

Il “gioco” tra prover e verifier

In una Zero Knowledge Proof, due soggetti interagiscono secondo regole matematiche precise:

RuoloFunzione
Prover (dimostratore)Sa l’informazione segreta e vuole convincere il verifier che la conosce.
Verifier (verificatore)Vuole accertarsi che l’affermazione sia vera, senza conoscere il segreto.

Il prover genera una prova (proof) calcolata matematicamente sul segreto.
Il verifier controlla la prova applicando una funzione pubblica: se la relazione è coerente, accetta; altrimenti, rifiuta.

Tutto avviene attraverso funzioni hash e algoritmi di impegno crittografico, che assicurano che la prova sia verificabile, ma non decifrabile.

È un po’ come firmare digitalmente un messaggio: chiunque può verificare la firma, ma solo chi possiede la chiave privata può generarla.

Il concetto di “impegno”

Uno dei pilastri logici delle ZKP è l’impegno crittografico (commitment).
Impegnarsi su un dato significa bloccare un’informazione in una forma nascosta, ma verificabile.

Esempio semplice:

  • Scrivi una risposta su un foglio, la chiudi in una busta sigillata e la consegni a un amico.
  • Hai “impegnato” la tua risposta (nessuno può leggerla ora), ma più tardi puoi aprire la busta e dimostrare che non hai cambiato idea.

In termini matematici:

  1. Il prover genera un valore di impegno (commitment) da un segreto.
  2. Il verifier riceve solo l’impegno.
  3. In seguito, il prover può “aprire” l’impegno per confermare la validità del segreto.

Questo meccanismo è alla base delle prove di conoscenza: garantisce integrità e non rivelazione.

Interattive e non interattive

Esistono due grandi categorie di Zero Knowledge Proof:

TipoDescrizioneEsempio
InterattiveIl prover e il verifier si scambiano più messaggi fino a raggiungere la certezza.Protocollo classico di Peggy e Victor (labirinto)
Non interattive (NIZK)Tutto avviene in un’unica prova verificabile da chiunque, senza interazione diretta.zk-SNARK e zk-STARK

Oggi, le prove non interattive sono la base dei sistemi blockchain moderni, perché permettono di pubblicare una prova una sola volta, verificabile da milioni di nodi in modo indipendente.

⚙️ Nelle blockchain, ogni blocco o batch di transazioni può essere accompagnato da una prova ZK non interattiva che ne certifica la validità.

Il ruolo delle curve ellittiche

La maggior parte delle implementazioni moderne di ZKP usa curve ellittiche, un tipo di struttura matematica che permette di creare funzioni a senso unico molto efficienti.
Le curve ellittiche si basano su un’equazione del tipo:

y² = x³ + ax + b

Ogni punto sulla curva rappresenta una chiave crittografica possibile.
Calcolare la somma di due punti è semplice; scoprire quali punti generano un determinato risultato è invece computazionalmente impraticabile.

Le ZKP usano questa proprietà per costruire prove piccole, verificabili e sicure, basate su problemi matematici irrisolvibili in tempi umani.

Il principio probabilistico

Le Zero Knowledge Proof non sono deterministiche al 100%: si basano su probabilità estremamente elevate.
Significa che, se un prover tenta di mentire, ha una probabilità infinitesimale di riuscirci.

Ad esempio:

  • In una prova con 20 iterazioni indipendenti, la possibilità di imbrogliare scende a 1 su 2²⁰ (~1 su 1 milione).
  • In una blockchain, dove le prove sono replicate da migliaia di nodi, questa probabilità tende praticamente a zero.

Per questo si chiamano Zero Knowledge Proof: il verifier ottiene certezza quasi assoluta, pur non sapendo nulla del segreto.

Proprietà matematiche fondamentali

Ogni Zero Knowledge Proof deve rispettare tre proprietà formali:

ProprietàSignificatoImplicazione
CompletezzaSe l’affermazione è vera, il verifier la accetta.Garanzia di correttezza.
Solidità (Soundness)Se l’affermazione è falsa, nessuna prova la farà accettare.Protezione contro frodi.
Zero KnowledgeNessuna informazione sul segreto è rivelata.Massima privacy e anonimato.

Queste proprietà sono dimostrate matematicamente in ogni protocollo ZK moderno, e sono alla base della fiducia nel sistema.

Dalla teoria alla blockchain

Nelle blockchain, queste proprietà vengono sfruttate per costruire ZK Rollup, zkEVM, zkBridge e perfino sistemi di voto decentralizzato.
In tutti i casi, l’obiettivo è lo stesso:

  • ridurre i dati pubblici,
  • garantire la validità crittografica,
  • eliminare la necessità di fidarsi di un intermediario.

💬 In un mondo che si muove verso la privacy-by-design, le ZKP sono la lingua matematica della fiducia digitale.

In sintesi

Le Zero Knowledge Proof combinano teoria dei numeri, curve ellittiche e algoritmi probabilistici per creare un meccanismo unico:
dimostrare una verità senza rivelarla.
È la base matematica che permette al Web3 di essere al tempo stesso trasparente, scalabile e privato.

Tipologie di Zero Knowledge Proof: zk-SNARK vs zk-STARK

Le Zero Knowledge Proof (ZKP) non sono tutte uguali.
Nel corso degli anni, i ricercatori hanno sviluppato diverse varianti per renderle più efficienti, sicure e scalabili.
Le due famiglie più importanti, oggi alla base di quasi tutte le applicazioni blockchain, sono:

  • zk-SNARKSuccinct Non-Interactive Argument of Knowledge
  • zk-STARKScalable Transparent Argument of Knowledge

Entrambe hanno lo stesso obiettivo — dimostrare qualcosa senza rivelare i dati — ma si basano su meccanismi matematici differenti.

zk-SNARK: la prova compatta e veloce

Le zk-SNARK sono state la prima implementazione pratica e diffusa di Zero Knowledge Proof non interattive.
Sono estremamente compatte (pochi kilobyte) e molto rapide da verificare, caratteristiche ideali per blockchain pubbliche come Ethereum.

Caratteristiche principali

CaratteristicaDescrizione
Succinct (concise)La prova è piccola e verificabile in millisecondi.
Non-InteractiveUna sola prova pubblicata, nessuna interazione prover-verifier.
Argument of KnowledgeDimostra che il prover conosce davvero il segreto.
Setup iniziale (trusted)Richiede una configurazione sicura all’avvio del protocollo.

In parole semplici: le zk-SNARK permettono di comprimere molte operazioni complesse in una piccola prova crittografica che chiunque può verificare velocemente.

Esempio pratico

Zcash è la blockchain pioniera nell’uso delle zk-SNARK per garantire pagamenti completamente anonimi, dove mittente, destinatario e importo restano segreti, ma la transazione è verificabile da tutti.

zk-STARK: la prova trasparente e scalabile

Le zk-STARK rappresentano l’evoluzione naturale delle SNARK.
Sono nate per eliminare la necessità del setup iniziale “fidato”, migliorando sicurezza e trasparenza.

Caratteristiche principali

CaratteristicaDescrizione
ScalableSupportano prove su grandi volumi di dati.
TransparentNon richiedono setup iniziale o parametri segreti.
Post-quantum secureResistono agli attacchi dei computer quantistici.
Prove più grandi, ma verificabili rapidamenteIl trade-off: sicurezza e trasparenza in cambio di prove più pesanti.

zk-STARK = “Zero Knowledge Proof senza fiducia iniziale e pronta per il futuro post-quantico.”

Esempio pratico

Progetti come StarkNet e Immutable X usano zk-STARK per validare migliaia di transazioni Ethereum, riducendo drasticamente le fee e aumentando la scalabilità.

Tabella comparativa zk-SNARK vs zk-STARK

Caratteristicazk-SNARKzk-STARK
Setup inizialeRichiede un trusted setupNessun setup necessario
Dimensione della provaMolto piccola (KB)Più grande (MB)
Tempo di generazioneVelocePiù lento
Tempo di verificaMolto rapidoRapido ma più lungo delle SNARK
TrasparenzaBasata su parametri segreti inizialiTotalmente trasparente
Sicurezza post-quantumNo
Complessità matematicaBasata su curve ellitticheBasata su polinomi e hash (FRI)
Principali utentiZcash, ZKsync, Polygon zkEVMStarkNet, Immutable X, dYdX v4

In sostanza: le zk-SNARK sono più leggere e mature, mentre le zk-STARK sono più sicure e scalabili a lungo termine.

Quando usare l’una o l’altra

ScenarioMigliore soluzioneMotivo
dApp ad alta frequenza (DEX, NFT marketplace)zk-SNARKProve leggere e verificabili rapidamente.
Progetti enterprise o dati sensibilizk-STARKMaggiore trasparenza e sicurezza senza setup fidato.
Applicazioni IoT e AI on-chainzk-STARKCompatibilità con dispositivi e calcoli post-quantum.
Layer 2 su Ethereum (zkEVM)zk-SNARKPrestazioni ottimali per transazioni aggregate.

Altre varianti emergenti

Oltre alle due famiglie principali, stanno nascendo versioni ibride:

TipoDescrizione
PLONKSNARK universale con setup riutilizzabile (usato da zkSync e Aztec).
Halo2Prove recursive senza trusted setup (usato da Zcash v5).
Marlin & Groth16Algoritmi SNARK ottimizzati per blockchain pubbliche.
FRI-based STARKMigliora l’efficienza computazionale dei polinomi.

🔬 Queste varianti cercano di unire il meglio dei due mondi: la velocità delle SNARK con la trasparenza delle STARK.

In sintesi

Le zk-SNARK e le zk-STARK rappresentano due facce della stessa medaglia:

  • le prime offrono efficienza e maturità,
  • le seconde trasparenza e sicurezza post-quantum.

Insieme, stanno ridefinendo le fondamenta della fiducia crittografica, aprendo la strada a blockchain più scalabili, private e sicure.

Come funziona una ZKP nella pratica

Dopo aver visto la teoria, è il momento di capire come funziona concretamente una Zero Knowledge Proof (ZKP).
Dietro ogni prova ci sono processi matematici complessi, ma il concetto è semplice:

Un soggetto (Prover) dimostra a un altro (Verifier) di conoscere o aver fatto qualcosa, senza svelare il segreto o i dati originali.

Per capirlo davvero, analizziamo insieme le fasi di una ZKP reale, un esempio pratico e il modo in cui viene applicata su blockchain.

Le tre fasi fondamentali di una ZKP

Ogni Zero Knowledge Proof segue tre fasi principali, sempre uguali, indipendentemente dall’implementazione (SNARK, STARK, PLONK ecc.).

FaseNomeDescrizione
1️⃣SetupViene definito il “contesto matematico” della prova (curve, chiavi, funzioni hash). In alcune versioni, come le SNARK, serve una configurazione iniziale fidata.
2️⃣Prova (Proving)Il Prover genera la prova crittografica a partire dal segreto e da una funzione pubblica. La prova è piccola, non rivela nulla ma dimostra la verità.
3️⃣Verifica (Verification)Il Verifier riceve la prova e la controlla con una chiave pubblica o un verificatore matematico. Se i calcoli tornano, accetta: la prova è valida.

Un esempio reale e intuitivo: “La cassaforte segreta”

Immagina che Alice (Prover) voglia convincere Bob (Verifier) che conosce il codice di una cassaforte, senza rivelarlo.

  1. Alice chiude un oggetto nella cassaforte e la mostra chiusa a Bob.
  2. Poi, davanti a lui, la apre in un secondo con il codice giusto.
  3. Bob vede che la cassaforte si è aperta, quindi capisce che Alice conosce il codice…
  4. …ma non ha mai visto né sentito il codice stesso.

Questo è esattamente ciò che accade in una Zero Knowledge Proof:
si dimostra di “sapere qualcosa” mostrando gli effetti verificabili, non l’informazione segreta.

Dalla cassaforte al codice: come funziona in informatica

Nel mondo digitale, la cassaforte è sostituita da funzioni matematiche e hash crittografici.
Ecco un esempio semplificato:

  1. Il segreto (es. “password123”) viene convertito in un hash → 0xa1b3c….
  2. Il Prover crea una prova matematica che collega il segreto al suo hash senza rivelarlo.
  3. Il Verifier riceve la prova e controlla che l’hash sia valido secondo la funzione pubblica.
  4. Se tutto è coerente, il Verifier conclude che il Prover conosce il segreto originale.

Nessuno ha visto la password, ma tutti possono essere matematicamente certi che il Prover la conosce davvero.

Schema semplificato del processo

[Segreto] → [Algoritmo crittografico] → [Prova ZK generata] → [Verifica pubblica]

Esempio con blockchain Ethereum:

  • Un rollup ZK raccoglie 1.000 transazioni.
  • Genera una prova zk-SNARK di validità del batch.
  • La prova viene inviata al contratto Ethereum L1.
  • Ethereum verifica la prova in pochi secondi → tutte le 1.000 transazioni sono valide.

💡 Invece di verificare 1.000 operazioni singolarmente, Ethereum ne controlla una sola — la prova crittografica.

L’analogia con la matematica

Le ZKP funzionano in modo simile a un’equazione che puoi verificare senza conoscere i valori interni.

Esempio:
Sai che (x + y)² = 49, ma non conosci x e y.
Il Prover ti mostra che, seguendo le regole, l’equazione è corretta.
Tu non sai i valori, ma hai la certezza matematica che il calcolo è valido.

In sostanza: non serve sapere cosa contiene il segreto, basta sapere che obbedisce alle regole pubbliche.

Nelle blockchain: dove e come viene usata una ZKP

Le ZKP sono oggi uno dei pilastri del Web3.
Ecco dove entrano in azione:

AmbitoUso praticoBeneficio
Layer 2 (ZK Rollup)Validazione di batch di transazioni (ZKsync, StarkNet)Scalabilità e fee basse
Pagamenti privatiTransazioni anonime (Zcash, Aztec)Privacy finanziaria
AutenticazioneLogin decentralizzato senza passwordSicurezza e privacy
Identità digitale (DID)Verifica credenziali senza rivelarlePrivacy by design
DeFiAudit e validazione di calcoli on-chainTrasparenza + efficienza

Con le ZKP, la blockchain non deve più “vedere tutto” per sapere che tutto è corretto.

Un caso concreto: validazione su Layer 2

Sul Layer 2 ZKsync Era, ogni volta che un utente esegue transazioni:

  1. Il batch viene aggregato da un sequencer.
  2. Si genera una prova zk-SNARK.
  3. Ethereum (L1) la verifica e, se valida, accetta tutto il batch.

Così, migliaia di operazioni diventano una sola transazione sicura su Ethereum.
La sicurezza è garantita dalle validity proofs — e non serve fidarsi di nessun intermediario.

L’impatto pratico

Grazie a questo meccanismo:

  • le blockchain diventano mille volte più efficienti;
  • i costi di gas si riducono fino al 90%;
  • la privacy torna al centro del Web3;
  • e si apre la strada a nuovi casi d’uso, come voto digitale, sanità o supply chain verificabili.

In pratica, le Zero Knowledge Proof stanno trasformando il modo in cui verifichiamo la verità online:
la fiducia non è più un’opinione, ma un calcolo matematico.

Applicazioni delle Zero Knowledge Proof nelle blockchain e nel Web3

Le Zero Knowledge Proof (ZKP) non sono più un concetto teorico: oggi sono una delle tecnologie chiave del Web3.
Dalle transazioni private su blockchain ai protocolli di identità digitale, le ZKP stanno ridisegnando il modo in cui sicurezza, privacy e fiducia vengono implementate online.

In pratica, le ZKP consentono di verificare tutto — senza mostrare nulla.

1. Layer 2 e scalabilità blockchain

Uno dei problemi principali delle blockchain come Ethereum è la scalabilità: ogni transazione deve essere verificata e salvata da migliaia di nodi.
Le ZKP risolvono questo problema alla radice.

Con i ZK Rollup, migliaia di transazioni vengono aggregate in un’unica prova crittografica (zk-SNARK o zk-STARK), che viene poi inviata su Ethereum come “prova di validità”.

ProtocolloTipoFunzione
ZKsync Erazk-SNARKAggrega e valida transazioni Ethereum
StarkNetzk-STARKRollup scalabile e trasparente
Polygon zkEVMzk-SNARKLayer 2 compatibile con Solidity
ScrollzkEVMSoluzione full EVM con ZK Proof

Il risultato: transazioni 100x più veloci e costi di gas ridotti fino al 95%, con la stessa sicurezza di Ethereum.

2. Privacy e anonimato nei pagamenti

Le blockchain pubbliche, per natura, sono trasparenti: chiunque può vedere le transazioni.
Ma con le Zero Knowledge Proof, è possibile mantenere privacy selettiva — dimostrando che una transazione è valida senza rivelarne mittente, destinatario o importo.

ProgettoFunzioneTecnologia ZK
ZcashPagamenti anonimizk-SNARK
Aztec NetworkLayer 2 privato su EthereumPLONK
RailgunPrivacy per smart contract DeFizk-SNARK
SemaphoreProtocolli di identità e voto anonimozk-SNARK

Con le ZKP, la privacy non significa “nascondere”: significa controllare cosa mostrare.

3. Identità digitale e autenticazione (DID)

Le Decentralized Identities (DID) sono un campo dove le ZKP brillano.
Permettono di verificare credenziali e identità senza rivelare dati sensibili.

Esempio:
Puoi dimostrare di avere più di 18 anni, senza mostrare la data di nascita o il documento d’identità.

ProgettoUsoZK Feature
Polygon IDIdentità verificabile su Ethereumzk-SNARK
WorldcoinProva di umanità anonimazk-STARK
Civic PassVerifica KYC privacy-firstzkProof
Lit ProtocolAutenticazione decentralizzatazkAuth

Le ZKP rendono possibile un’identità digitale che sia verificabile ma privata: un equilibrio perfetto tra compliance e libertà.

4. DeFi e trasparenza verificabile

Nel mondo della Finanza Decentralizzata (DeFi), la fiducia è tutto.
Le ZKP vengono usate per rendere i protocolli verificabili on-chain, dimostrando la correttezza di calcoli complessi (prestiti, rendimenti, collaterali) senza esporre dati sensibili.

ProtocolloUsoTecnologia
Aave V4 (ZK mode)Verifica privacy dei depositizkProof
MakerDAO (zkVault)Prove di riserva trasparentizk-SNARK
DYDX v4Validazione trading off-chainzk-STARK
Chainlink ZK FeedsOracoli con prova di validitàzkProof

“ZKFi” è la nuova frontiera della DeFi: tutto verificabile, nulla esposto.

5. NFT e autenticità digitale

Anche gli NFT (token non fungibili) possono trarre vantaggio dalle ZKP.
È possibile dimostrare la proprietà o autenticità di un’opera senza rivelare i dettagli del proprietario o del contratto completo.

ProgettoApplicazioneVantaggio
ZK-NFTNFT privati con prova di proprietàPrivacy + verificabilità
ZKPhoto / L2PlanetNFT con metadati crittograficiSicurezza e autenticità
Mint SquareMarketplace ZK multichainRiduzione fee e dati pubblici

Con le ZKP, gli NFT possono essere “autentici ma riservati”: la prossima evoluzione dell’arte digitale.

6. Governance e voto decentralizzato

Uno dei casi d’uso più affascinanti è il voto on-chain.
Le ZKP permettono di votare in modo anonimo, mantenendo la trasparenza del risultato.

SoluzioneDescrizioneBeneficio
MACI (Minimal Anti-Collusion Infrastructure)Sistema di voto basato su zk-SNARKVoto segreto, anti-coercizione
SemaphoreIdentità + voto anonimoPrivacy + trasparenza
Snapshot ZKGovernance privata DAORiservatezza dei votanti

In una DAO, le ZKP consentono votazioni verificabili ma anonime, eliminando manipolazioni o pressioni.

7. Supply Chain, IoT e AI verificabile

Le ZKP stanno arrivando anche nel mondo fisico e industriale.
Grazie alle prove crittografiche, è possibile certificare dati IoT, processi logistici o risultati di intelligenza artificiale, senza rivelare i dati sensibili sottostanti.

AmbitoUsoEsempio
Supply ChainCertificazione di origine dei prodottiProvenienza etica verificata
IoTDati da sensori verificabili ma privatiReti DePIN (es. Hivemapper, Helium)
AI on-chainProve di calcolo AI verificabili (ZK-AI)Validazione output AI senza condividere dataset

Le ZKP possono diventare il “collante” che unisce blockchain, AI e mondo reale — la base del Web3 verificabile.

In sintesi

Le Zero Knowledge Proof sono oggi una tecnologia orizzontale:
scalano le blockchain, proteggono la privacy, garantiscono la fiducia e uniscono il mondo digitale a quello fisico.

Dai Layer 2 alla DeFi, dagli NFT alla governance DAO, le ZKP stanno diventando il nuovo standard di fiducia digitale nel Web3.

Vantaggi e limitazioni delle ZKP

Come ogni innovazione, anche le Zero Knowledge Proof (ZKP) hanno luci e ombre.
Sono una rivoluzione per la sicurezza digitale e la scalabilità delle blockchain, ma non prive di sfide tecniche e limiti pratici.

In questa sezione analizziamo i vantaggi principali e le attuali limitazioni della tecnologia, per capire dove le ZKP eccellono — e dove invece devono ancora maturare.

Vantaggi principali

VantaggioDescrizione
1. Privacy totaleLe ZKP permettono di dimostrare la validità di un’informazione senza rivelarla, proteggendo dati sensibili (identità, transazioni, credenziali).
2. Sicurezza matematicaNon si basa sulla fiducia, ma su algoritmi crittografici e prove formali. È “fiducia verificabile” e non soggettiva.
3. Scalabilità per blockchainMigliaia di transazioni possono essere riassunte in un’unica prova (ZK Rollup), riducendo i costi e aumentando la velocità.
4. Riduzione dei costi di gasLe prove condensano grandi quantità di dati in pochi byte, abbattendo i costi fino al 95%.
5. Verifica decentralizzataTutti possono verificare le prove con una semplice chiave pubblica, senza fidarsi di nessuno.
6. Flessibilità d’usoDalle transazioni anonime ai sistemi di voto, dalle identità digitali all’AI verificabile, le ZKP hanno applicazioni trasversali.
7. Compatibilità con EthereumGrazie a protocolli come zkEVM e zkRollup, la tecnologia è già integrata nell’ecosistema Ethereum e Layer 2.
8. Futuro “quantum-safe” (per le STARK)Le zk-STARK, in particolare, sono resistenti agli attacchi dei computer quantistici.

In sintesi: le ZKP offrono privacy, efficienza e sicurezza, rendendo la blockchain più sostenibile e pronta per il Web3 del futuro.

Limitazioni attuali

LimiteDescrizione
1. Complessità computazionaleGenerare una prova ZK richiede grande potenza di calcolo, rendendo difficile l’uso su dispositivi mobili o reti leggere.
2. Tempo di generazioneSebbene la verifica sia rapida, la creazione delle prove (soprattutto zk-STARK) può richiedere tempo e risorse.
3. Trusted setup (nelle zk-SNARK)Alcune versioni necessitano di una fase iniziale di configurazione “fidata”, che se compromessa può minare la sicurezza.
4. Complessità per sviluppatoriL’implementazione richiede conoscenze avanzate di crittografia e algebra, non ancora diffuse tra i developer.
5. Proof size (dimensione)Le zk-STARK producono prove di grandi dimensioni, che possono risultare pesanti da gestire on-chain.
6. Tooling ancora immaturoLe librerie, SDK e documentazioni sono in evoluzione: molti strumenti sono ancora in beta.
7. Costi di storage on-chainAnche se ridotti, i dati di verifica devono comunque essere salvati su blockchain, con un costo residuo.

Le ZKP non sono ancora perfette: il bilanciamento tra efficienza, privacy e usabilità è una sfida tecnica in corso.

Sfide future da risolvere

  1. Ottimizzazione dei prover – per ridurre il consumo di risorse.
  2. Diffusione di zk-friendly hardware – chip e GPU ottimizzati per generare prove più velocemente.
  3. Standardizzazione dei protocolli ZK – per rendere interoperabili SNARK, STARK e PLONK.
  4. Maggior adozione da parte degli sviluppatori – tramite SDK e framework semplificati (es. Circom, Noir).
  5. Decentralizzazione completa del setup – con soluzioni come “multi-party computation” (MPC).

Cosa aspettarsi nei prossimi anni

Il settore sta evolvendo rapidamente.
Grazie a nuove versioni come Halo2, Plonky2 e Nova, le ZKP stanno diventando più leggere, veloci e automatizzate.
In pochi anni potremmo assistere a:

  • verifiche ZK direttamente su smartphone;
  • smart contract “ZK-native”;
  • identità digitali globali basate su ZK Proofs;
  • e un Web3 dove la privacy è integrata per design.

🔭 Le Zero Knowledge Proof non sono solo un miglioramento tecnico: sono il fondamento di una nuova generazione di Internet autentico, verificabile e rispettoso della privacy.

In sintesi

Le ZKP offrono un equilibrio unico tra fiducia matematica e riservatezza.
Oggi garantiscono privacy e scalabilità alle blockchain, domani potrebbero diventare la base di ogni transazione digitale — dalle finanze all’identità, fino all’intelligenza artificiale.

Le sfide restano, ma la direzione è chiara: il futuro del Web3 sarà Zero Knowledge.

Progetti e protocolli che usano Zero Knowledge Proof

Le Zero Knowledge Proof (ZKP) non sono più un esperimento accademico: sono ormai una tecnologia reale e diffusa che alimenta decine di blockchain e protocolli decentralizzati.

Dalle reti Layer 2 che potenziano Ethereum, alle blockchain “privacy-first”, fino ai nuovi progetti dedicati all’identità e all’intelligenza artificiale, le ZKP rappresentano la spina dorsale del Web3 scalabile e sicuro.

1. Zcash – la pioniera della privacy crittografica

Zcash è la prima blockchain che ha introdotto le zk-SNARK (2016), applicandole ai pagamenti digitali.
Ogni transazione può essere pubblica o privata a scelta dell’utente.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK (Groth16, Halo2)
FunzioneTransazioni anonime verificabili
InnovazioniIntroduzione del concetto di “shielded address” (z-address)
TokenZEC

💡 Con Zcash puoi dimostrare di aver effettuato un pagamento valido senza rivelare chi sei, né quanto hai inviato.

2. ZKsync Era – la scalabilità Ethereum con prove ZK

ZKsync Era, sviluppato da Matter Labs, è un Layer 2 su Ethereum basato su zkEVM e zk-SNARK.
Aggrega migliaia di transazioni in un’unica prova di validità, garantendo sicurezza e velocità.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK (PLONK)
FunzioneLayer 2 per Ethereum con compatibilità Solidity
VantaggiGas ridotti, alta velocità, compatibilità EVM
TokenZK

È il perfetto equilibrio tra scalabilità e sicurezza, completamente ancorato a Ethereum.

3. StarkNet – la potenza delle zk-STARK

StarkNet, creata da StarkWare, utilizza zk-STARK (Scalable Transparent Arguments of Knowledge) per eliminare la necessità di setup iniziali e aumentare la trasparenza.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-STARK
FunzioneLayer 2 scalabile e “trustless” per Ethereum
InnovazioniNessun setup fidato, sicurezza post-quantum
TokenSTRK

StarkNet è la dimostrazione che le prove ZK possono essere anche trasparenti, non solo private.

4. Polygon zkEVM – compatibilità totale con Ethereum

Polygon zkEVM unisce le prestazioni di un rollup ZK alla piena compatibilità con gli smart contract Solidity.
È una delle soluzioni più adottate per dApp e DeFi multichain.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK (PLONK + recursive proofs)
FunzioneLayer 2 per dApp EVM-compatibili
InnovazioniProof ricorsive e interoperabilità nativa
TokenMATIC

Con Polygon zkEVM, puoi eseguire lo stesso codice Ethereum… ma in modo più veloce ed economico.

5. Aztec Network – DeFi privata su Ethereum

Aztec Network è un protocollo di privacy Layer 2 che usa le ZKP per garantire transazioni private e programmabilità avanzata.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKPLONK
FunzioneLayer 2 privato con smart contract riservati
InnovazioniHybrid ZK Rollup, transazioni confidenziali
TokenAZT (in sviluppo)

Aztec porta la privacy by design nel mondo DeFi, combinando la trasparenza di Ethereum con la riservatezza delle ZKP.

6. Mina Protocol – la blockchain più leggera al mondo

Mina Protocol utilizza le ZKP per mantenere l’intera blockchain di appena 22 kilobyte, sempre verificabile da qualsiasi dispositivo.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKRecursive zk-SNARK
FunzioneBlockchain ultraleggera con validità ZK
InnovazioniProof ricorsive per compressione dei dati
TokenMINA

Con Mina, chiunque può verificare l’intera blockchain dal proprio smartphone.

7. Aleo – applicazioni private e on-chain computing

Aleo è una piattaforma per creare applicazioni decentralizzate con privacy nativa, basata su un linguaggio personalizzato: Leo, ottimizzato per le ZKP.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK
FunzioneComputazione privata su blockchain
InnovazioniLinguaggio di programmazione ZK-native (Leo)
TokenALEO

Aleo permette di eseguire smart contract in modo privato, garantendo privacy e verificabilità insieme.

8. Scroll – zkEVM in versione “open”

Scroll è un Layer 2 open-source basato su zkEVM che punta alla piena compatibilità con l’infrastruttura Ethereum.
È uno dei progetti più trasparenti nel settore zk-rollup.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK (Groth16 + PLONK)
FunzionezkEVM decentralizzato
InnovazioniOpen source totale, comunità dev-driven
TokenSCRL (in sviluppo)

Scroll vuole portare le ZKP “fuori dal laboratorio” e dentro lo stack Ethereum ufficiale.

9. Manta Network – privacy cross-chain

Manta Network usa le ZKP per garantire privacy e interoperabilità tra più blockchain, con focus su DeFi e identità.

CaratteristicaDescrizione
Tipo di ZKzk-SNARK
FunzioneLayer 1 cross-chain con privacy integrata
InnovazionizkAddress e zkID interoperabili
TokenMANTA

Manta punta a creare un “Internet of Privacy” tra diverse catene blockchain.

10. Nuove frontiere: ZK + AI + DePIN

Oggi le ZKP si stanno estendendo oltre le blockchain, toccando intelligenza artificiale (AI) e reti di infrastruttura fisica decentralizzata (DePIN).

AmbitoEsempioDescrizione
AI on-chainGiza, Modulus LabsVerifica output AI senza condividere dataset
DePINHivemapper, HeliumDati da sensori verificabili tramite ZK Proof
Storage decentralizzatoFilecoin, ArweaveValidazione dei dati caricati con prove ZK

La prossima evoluzione: un Web3 dove anche l’intelligenza artificiale e i sensori del mondo reale saranno verificabili crittograficamente.

In sintesi

Dai pagamenti privati di Zcash alla scalabilità di ZKsync e Polygon zkEVM, fino ai progetti “ZK-native” come Mina e Aleo, le Zero Knowledge Proof sono ormai la spina dorsale dell’innovazione blockchain.

Privacy, efficienza, verificabilità e interoperabilità: quattro parole che definiscono non solo una tecnologia, ma il nuovo standard di fiducia digitale del Web3.

Zero Knowledge Proof e il futuro della privacy digitale

Viviamo in un’epoca in cui la privacy è diventata un lusso.
Ogni interazione online — da una ricerca su Google a una transazione blockchain — lascia tracce digitali, spesso permanenti.
Le Zero Knowledge Proof (ZKP) rappresentano una svolta storica: permettono di verificare la verità senza sacrificare la riservatezza, riportando equilibrio tra trasparenza e diritto alla privacy.

Per la prima volta nella storia digitale, possiamo costruire sistemi “trustless” che non chiedono di rivelare tutto, ma solo di dimostrare l’essenziale.

Dal Web2 al Web3: il ritorno della privacy

Nel Web2, la fiducia è basata sugli intermediari: banche, server, piattaforme centralizzate.
Nel Web3, la fiducia diventa matematica: algoritmi e prove crittografiche sostituiscono l’autorità umana.

Le ZKP sono la chiave di questo passaggio.
Consentono di:

  • autenticarsi senza mostrare password;
  • validare transazioni senza esporre i dati finanziari;
  • provare la proprietà di un asset digitale senza doverlo rivelare.

È un cambiamento radicale: la privacy non è più “assenza di dati”, ma controllo su ciò che scegli di rivelare.

Identità e dati personali: la nuova fiducia digitale

Le identità decentralizzate (DID) basate su ZKP potrebbero diventare il nuovo standard globale.
Immagina di poter accedere a un servizio online dimostrando solo quello che serve:

  • che sei maggiorenne,
  • che vivi in un certo paese,
  • che possiedi un determinato NFT,
    senza condividere documenti, foto o informazioni sensibili.
Campo d’usoEsempio praticoBeneficio
Login decentralizzatiAccesso con prova ZK invece di passwordSicurezza e privacy
KYC e regolamentazioneDimostrare conformità senza rivelare datiCompliance + riservatezza
Sanità digitaleProva di vaccinazione o referto medico verificabile ma anonimoProtezione dei dati sensibili
Voto elettronicoPartecipazione verificabile e anonimaDemocrazia trasparente e privata

Le ZKP rendono possibile un mondo dove “io dimostro, ma non espongo”.

Intelligenza artificiale verificabile

Nel futuro dell’AI decentralizzata, le ZKP saranno essenziali per garantire integrità e trasparenza dei modelli di intelligenza artificiale.
Consentiranno di dimostrare che:

  • un algoritmo ha prodotto un risultato specifico,
  • un dataset è stato usato correttamente,
  • una rete neurale ha rispettato i vincoli etici o regolatori,
    senza rivelare il modello, i pesi o i dati sensibili.

Si parla già di ZK-AI: un nuovo paradigma di intelligenza artificiale verificabile crittograficamente.

Governance e società trasparente

Le ZKP non servono solo alla privacy individuale: possono migliorare la trasparenza collettiva.
Un sistema di voto, un bilancio pubblico, un algoritmo di rating — tutto può essere verificato da chiunque, senza rivelare i dati privati coinvolti.

Esempi emergenti:

  • ZK-Governance per le DAO (voto anonimo ma verificabile);
  • ZK-Compliance per le istituzioni (audit pubblici senza esporre dati sensibili);
  • ZK-Audit per aziende Web3 (bilanci e prove di riserva trasparenti ma privati).

Le ZKP permettono una trasparenza selettiva, dove pubblico e privato coesistono in equilibrio perfetto.

Il nodo etico e normativo

Il potere delle ZKP solleva anche sfide etiche:

  • Come garantire che la privacy non venga usata per nascondere abusi o frodi?
  • Come si concilia la riservatezza crittografica con la trasparenza normativa richiesta da leggi come GDPR o MiCA?
  • Chi controlla gli standard e gli algoritmi che generano le prove ZK?

Le risposte richiederanno cooperazione tra sviluppatori, legislatori e comunità open source, per assicurare che le ZKP rimangano strumenti di libertà — non di opacità.

La vera sfida del futuro non sarà solo tecnica, ma etica: bilanciare la privacy individuale con la responsabilità collettiva.

Verso il Web3 “a conoscenza zero”

Le Zero Knowledge Proof stanno già ridisegnando i concetti di:

  • identità,
  • proprietà digitale,
  • consenso informato,
  • trasparenza istituzionale.

Entro pochi anni, diventeranno una componente standard dell’infrastruttura Internet — come HTTPS oggi.
Ogni transazione, login, contratto o calcolo potrà essere accompagnato da una prova crittografica di validità.

In altre parole: stiamo entrando nell’era dell’Internet della verità verificabile, dove la fiducia non è concessa, ma dimostrata matematicamente.

In sintesi

Le Zero Knowledge Proof rappresentano il punto di incontro tra privacy, etica e tecnologia.
Consentono un futuro digitale in cui i dati personali restano privati, le operazioni sono trasparenti e la fiducia è garantita dalla matematica, non da un’autorità centrale.

È la rivoluzione silenziosa che renderà il Web3 non solo più efficiente, ma anche più umano.

FAQ rapide sulle Zero Knowledge Proof

Di seguito trovi una raccolta di domande frequenti (FAQ) che aiutano a capire, in modo diretto e pratico, cosa sono le Zero Knowledge Proof (ZKP), come funzionano e dove vengono utilizzate nel Web3.

1. Cosa significa “Zero Knowledge Proof”?

Significa prova a conoscenza zero: un metodo crittografico per dimostrare che un’informazione è vera senza rivelare l’informazione stessa.
In pratica, puoi dimostrare di conoscere un segreto (come una password o un dato) senza mostrarlo a nessuno.

2. Chi ha inventato le Zero Knowledge Proof?

Il concetto fu introdotto nel 1985 dai ricercatori Shafi Goldwasser, Silvio Micali e Charles Rackoff del MIT, che successivamente vinsero il Turing Award per questa scoperta.

3. A cosa servono le ZKP nella blockchain?

Servono a garantire privacy e scalabilità.
Con una ZKP, una blockchain può verificare transazioni o dati senza esporre i dettagli — riducendo i costi e aumentando la sicurezza.

4. Qual è la differenza tra zk-SNARK e zk-STARK?

  • zk-SNARK → prove più piccole e veloci, ma richiedono un setup iniziale fidato.
  • zk-STARK → più grandi, ma trasparenti e sicure anche contro computer quantistici.

5. Perché le ZKP sono importanti per Ethereum?

Perché consentono la creazione di Layer 2 scalabili come ZKsync, Polygon zkEVM e StarkNet, che riducono il carico di transazioni su Ethereum mantenendo la sicurezza on-chain.

6. Le ZKP proteggono davvero la privacy?

Sì. Con una prova ZK puoi dimostrare la validità di un’azione (es. un pagamento o un’identità) senza condividere i dati personali. È la forma più avanzata di privacy by design.

7. Le ZKP possono essere usate anche fuori dalla blockchain?

Assolutamente sì. Vengono applicate in autenticazione digitale, sanità, AI verificabile, IoT e sistemi di voto elettronico.
Ovunque serva fiducia senza esposizione di dati.

8. Le ZKP sono costose da implementare?

Oggi sì, ma i costi stanno diminuendo grazie a nuovi algoritmi (PLONK, Halo2, Nova) e hardware ottimizzati.
Le versioni più moderne sono già efficienti per dApp e Layer 2.

9. Le ZKP sono sicure contro i computer quantistici?

Le zk-STARK lo sono.
A differenza delle zk-SNARK, che usano curve ellittiche vulnerabili ai quanti, le STARK si basano su hash e polinomi post-quantum safe.

10. Qual è il futuro delle Zero Knowledge Proof?

Diventeranno una componente nativa del Web3:

  • tutte le transazioni avranno una prova di validità;
  • le identità digitali saranno gestite tramite ZK;
  • e persino l’AI userà prove ZK per garantire trasparenza.

In breve: le ZKP saranno il “tessuto di fiducia” dell’internet del futuro.

In sintesi

Le Zero Knowledge Proof sono il ponte tra privacy e verificabilità.
Permettono a persone, aziende e blockchain di collaborare in modo sicuro, trasparente e decentralizzato — senza mai dover rivelare ciò che non serve.

ZKProof Standardsiniziativa open-industry per la standardizzazione delle ZKP. Sito: zkproof.org

National Institute of Standards and Technology (NIST) – progetto “Privacy-Enhancing Cryptography (PEC)” che comprende la definizione delle ZKP. Sito: csrc.nist.gov/projects/pec/zkproof

Conclusioni

Le Zero Knowledge Proof non sono semplicemente una novità crittografica: rappresentano una nuova architettura della fiducia digitale.
Per la prima volta, possiamo verificare la verità senza rivelare i dati, validare operazioni senza esporre segreti e costruire un Web3 realmente trustless — matematicamente verificabile e rispettoso della privacy.

Oggi le ZKP alimentano tecnologie come ZKsync, StarkNet, Polygon zkEVM, Mina e Zcash, rendendo la blockchain più scalabile, economica e sicura.
Ma il loro potenziale va ben oltre: dall’identità digitale alle AI verificabili, fino a sistemi di governance, sanità o finanza completamente privacy-first.

🔐 Le Zero Knowledge Proof non chiedono di credere: dimostrano.
E questa è la rivoluzione più grande che Internet abbia mai conosciuto.

Il futuro sarà Zero Knowledge: un mondo dove i dati restano tuoi, ma la fiducia è di tutti.

Disclaimer

Le informazioni contenute in questa MiniGuida hanno scopo puramente informativo e divulgativo.
Non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria, legale o tecnologica.
L’adozione o l’uso di tecnologie basate su Zero Knowledge Proof, blockchain o protocolli DeFi deve essere effettuato a proprio rischio, dopo adeguata valutazione tecnica e normativa.

L’autore non è responsabile di eventuali perdite economiche, errori di implementazione o conseguenze derivanti dall’uso delle informazioni qui riportate.
Verifica sempre le fonti ufficiali dei progetti citati prima di investire o integrare soluzioni crittografiche.

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